Romanticismo e Filosofia

 

L’età del Romanticismo, anticipata da alcune tematiche kantiane, giunge alla sua maturità espressiva e teorica in Germania ad opera di F. Schlegel fondatore ed animatore del circolo romantico di Jena, che divulgò le sue idee per qualche anno attraverso la rivista Athenäum. Le nuove categorie spirituali del Romanticismo ridisegnarono il compito della filosofia, che riscoprì la sua vocazione metafisica, da Kant soddisfatta parzialmente, perché per sempre confinata ento i limiti dei postulati della moralità. Il clima del Romanticismo è caratterizzato da un impulso inappagabile verso l’infinito (Streben) e dalla conseguente consapevolezza di dover continuamente aspirare ad esso (Ironia romantica). Le problematiche della natura, della religione, dell’arte, del linguaggio, della storia, ricevono nuovo impulso e nuove prospettive in relazione alla nuova sensibilità culturale, alimentata alla fonte della ”Sehnsucht”, che nella poesia raggiunge espressioni travalicanti il magico ed il reale. La filosofia Romantica, multiforme e palpitante, riceve dalla poesia un’impronta di irrazionalità, dalla quale le maggiori figure, come Fiche ed Hegel stenteranno ad emanciparsi.

1772-1801-    Novalis (Friedrich von Herdenberg) è l’espressione più pura della vita spirituale del primo romanticismo, la cui esistenza fu segnata dall’amore per una giovinetta, Sofia von Kǘhn, scompars all’età di quindici anni. Egli spirò incessantemente a ricongiungersi con l’amata in un processo infinito di elevazione spirituale. Espressione sublime della sua poesia sono i Frammenti, pubblicati postumi nel 1802, ed i romanzi di formazione (Bildungsromane) “I Discepoli di Sais” ed “Enrico di Ofterdingen”.

1770-1843 - Friedrich Hölderlin intrecciò la sua vicenda poetico-esistenziale con l’elaborazione della filosofia romantica, con l’idealismo di Schelling e di Hegel, che riconosceranno al poeta , col quale avevano condiviso le aspirazioni romantiche e l’amore per la Grecia classica, il merito di aver posto l’esigenza della riconciliazione degli opposti per il superamento della dilacerazione e delle sofferenze della vita e della realtà. La venerazione per il mondo greco gli fece abbandonare il Cristianesimo e la cultura della sua epoca, trovando appagamento nell’ idealizzazione della bellezza e della poesia che, oltre la ragione, aprono alla contemplazione dell’Uno-tutto (Έν κάι πάν).

1744-1803 – Johann Gottfried Herder fu discepolo e successivamente avversario di Kant, la cui filosofia fu da lui rifiutata in blocco come un deserto isolato, riempito solo di cervellotiche astrazioni esposte in forma nebulosa. Il suo forte senso della storia lo poneva in contrasto con, la ragione illuministica e con le “forme” della gnoseologia kantiana, ritenute a-priori e definitive. Per Herder tutti gli avvenimenti del mondo, sia quelli materiali che quelli spirituali sono governati da un’interna necessità teleologica che ha in Dio il suo principio. La nascita del linguaggio è una tappa fondamentale per l’evoluzione della storia dell’umanità e per lo studio della sua ricostruzione, che in Herder perviene ad una visione generale che, in forte contrasto con quella dell’Illuminismo, ha molto in comune con lo storicismo che il grande Vico aveva elaborato a Napoli nei primi anni del 1700, specie nella convinzione che le leggi che reggono la storia dell’uomo non sono assimilabili a quelle meccaniche della natura, perché procedenti dalla liberà dello spirito umano e dalla direzione di Dio.

1743-1819 – Friedrich Heinrich Jacobi difese con energia la posizione del Teismo contro il razionalismo spinoziano, illuministico e kantiano, che peludeva ineluttabilmente alla affermazione del Deismo e dell’Ateismo. Il suo nome è legato alla polemica contro Spinoza, dalla quale scaturì, per ironia della sorte, una vera e propria “rinascita spinoziana”, che alimenterà la ripresa della metafisica in Germania dopo la crisi del Kantismo. Jacobi soleva ripetere di sentirsi un miscredente quando ragionava ed un cristiano quando abbandonava al sentimento. Il sentimento è fondamentale non solo per la fede religiosa ma anche per la conoscenza ed ogni attività umana.

                                  

Sviluppi del Criticismo in Germania

 

1749-1832 – Johann Wolfgang Goethe sviluppò nella filosofia della natura taluni atteggiamenti preromantici presenti nella concezione kantiana dell’ Io come attività (Faust) e nelle concezioni finalistiche della natura e della storia. Contro il meccanicismo illuministico Goethe delineòun nuovo quadro della natura, nel quale le forme organiche della vita, dalla loro molteplicità, sono ricondotte ad un fenomeno unitario ed originario